Pleniluni e Quarti di Luna

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    Onde

    03 novembre 2016

    ... le onde che flette il vento trascinano rimasugli di bosco abitati da corpi come ostriche attaccati quasi infissi sul legno divenuto naviglio i corpi galleggiano sopra le onde azzurre di valzer verdi di milonga rosse di giga se soffia il vento e vedi oscillare le teste scorgi le braccia levate invocare imprecare la malasorte il diluvio il viaggiare che porta lontano dalla casa rigonfia del tuo sentimento dolce e terribile la tempesta oscillante di raffiche quasi mitraglia o forse organo di chiesa per cui i fedeli travolti dalla musica feroce nuotano come naufraghi nell’inabissarsi dell’estasi quotidiana che meriti non fosse che per questo tuo volontario arrischiarti nel pelago immane dell’essere felice metafora per dire che qualcosa sta là fermo né intende scostarsi di un millimetro o meno di qualche etto pesa la tua silenziosa preoccupazione in questo mare boreale aurorale penetrale di misteri assurdi e incredibili perché tutti i giorni li vedi là che galleggiano sulle onde rosate dorate serali all’ora di cena ti ha detto la boa che oscilla con te in questo vecchio silenzio di passioni pazienti ed ematiche emozioni che lasciano lividi di rabbia infinita oh quale passione li fa pendolare sul flutto sul flusso la risacca e amare quelli laggiù...

    Ghiaccio

    01 ottobre 2016

    ... il ghiaccio è perso se non lo vedi diceva il mio guru eschimese lassù al nord c’è una stazione di sosta per urie e gavine e i gavitelli bivaccano sull’acqua rattrappita dei merluzzi delle foche degli orsi bianchi nel bianco candore eterno gelido per mare dove vanno i lestofanti i birbanti e i mercanti di ritorno dalla Cina con furore dalla Russia con tremore condiviso dai danesi con timore di perderla infine la ragione per la quale il freddo impara il ghiaccio è persa in parole gelate sulla banchisa e aderenti e inestirpabili palme del gelo che crescono a nord né danno datteri né cocchi né balocchi per potersi dilettare nel silenzio della notte boreale fra nubi viola e tagli verdi di luce le foche che cantano alla luna le sirene infreddolite scaldate dai tritoni i vascelli corrosi dai marosi che schiaffeggiano castelli di torri e labari svettanti al vento e non crollano le torri al vento né i labari si straziano e le torri stan lassù più in alto ancora oltre le vette di quel monte che mai potrai scalare nemmeno se ti doti di ramponi e cappe termiche e già lo vedi da quaggiù il tuo monte cosa ha in cima alle pendici disagevoli ed inospiti che pure qualcuno ha potuto arrampicare e ornare di quel castello boreale quasi più dell’aurora con la sua luce verderosa quando sfolgora sull’ultimo estremo lembo di un lassù ghiacciato chiamato da certuni ultima thule...

    Cinema

    05 settembre 2016

    ... cinema che solleva le tende sulla caverna è penetrato un carrettiere due cavalli e un pistolero ombre sui muri bang bang cinema entra Federico ombra sul tetto è l’orchestra attacca il direttore buio come una caverna ombra sulla parete e arrivano figure piatte unica realtà per l’incatenato sullo scranno di pietra ferrigna e arsiccia sopra appare l’aquila no l’aquila il leone del cinema che ruggisce all’orso di caverna o d’oro che sia felice la vecchia nottola rada di quartieri poveri dove proiettano scadenti drammi di giacca e cravatte da manager in vecchie bicocche che si credono piene di fascino slavo come fosse croato o serbo o russo di notte nel letto a baldacchino portato da preti benedicenti ogni passione spenta o accesa come una sigaretta nel buio della caverna illuminata dalla torcia che getta ombre cinematografiche dive della mia stagione più viva l’Italia che va al cinema non sa come passare il tempo e in quelle ombre credi di vedere la realtà è che non si vede un bel niente conviene come muoversi per vedere se ti riesce di capire cosa sia il mondo è roba diversa dal cinema fatto di fotogrammi che scommettono di descrivere questo e quello che si vede sono solo ombre in una caverna dove ci sta forse l’orso di Berlino o qualche altra ombra da giardino zoologico o forse botanico erborista cercatori di semplici proposte per trasformare le ombre in cinema Odeon o Mignon dove vado per sentirmi intellettuale nella caverna ottusa come un triangolo oscuro...