Un mondo da rifare

Dalla città ideale all’utopia

Da quando ne abbiamo testimonianza, gli uomini hanno pensato a come potrebbe essere un mondo migliore di quello che è stato dato loro. Chi si è limitato a fantasticare o a costruire miti, chi ha prodotto progetti più o meno completi e praticabili di città o paesi ordinati e felici, chi ha provato, su scale diverse, ma in genere piuttosto ridotte, a mettere in piedi delle oasi per avviarsi a realizzare la perfezione sulla terra: sembra sia una pulsione cui gli uomini non possono sfuggire. Ai tentativi rimasti allo stato di fantasia o progetto più o meno praticabile di una nuova società è stato dato il nome di utopie; ai raggruppamenti umani che hanno cercato di dare concreta realizzazione a questo modo di sentire in genere ci si riferisce col termine di “comunità”.
Negli studi che seguono ho cercato di ricostruire alcuni punti emergenti di queste esperienze di pensiero o di concreta realizzazione, senza la pretesa di esaurire un argomento che richiederebbe una trattazione che esorbita, forse, la possibilità di essere trattato da un unico studioso, se non per darne una sintesi scolastica. Il fatto è che si tratta di uno dei grandi temi della storia umana, che è la storia di come l'uomo ha progettato di ridurre il mondo a sua misura e di come effettivamente l’ha fatto.

I testi sono la sistemazione di una serie di conferenze che ho tenuto nell’inverno-primavera 2012; risentono dell’impostazione divulgativa che avevano, pur essendo stati arricchiti con gli ovvi riferimenti bibliografici e migliorati nell’esposizione. Mi auguro che il tono colloquiale che qua e là traspare sia utile alla loro migliore comprensione.
Ho riportato in appendice ai diversi capitoli dei testi e delle immagini, particolarmente significativi per il tema, e li ho commentati con più o meno approfondimenti, sperando che diano sia qualche giustificazione in più a quanto son venuto dicendo, sia approfondimenti e spunti per un’ulteriore riflessione.